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dai GIORNALI di OGGIÈ pronto il decreto legge piano casa. Conferma la possibilità di ampliare del 20% il volume, del 35% in caso di demolizione, e costruzione un nuovo edificio, purchè utilizzate tecniche costruttive di bioedilizia o energia rinnovabili. 2009-03-20 |
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-03-20 Piano casa, il governo ha pronto il decreto È pronto il decreto legge che consentirà al governo di varare in tempi rapidi il piano straordinario per la casa. La bozza del testo conferma la possibilità di ampliare fino a un massimo del 20% il volume delle abitazioni private. Il tetto sale al 35% nel caso in cui, in conseguenza di una demolizione, si proceda alla costruzione di un nuovo edificio, a condizione che siano utilizzate tecniche costruttive di bioedilizia o fonti di energia rinnovabili. La bozza del decreto legge sarà sottoposta agli enti locali nella Conferenza Stato-Regioni convocata mercoledì prossimo a Palazzo Chigi. All'incontro, secondo quanto si apprende, parteciperanno anche le province e i comuni. Il decreto, riferiscono inoltre fonti governative, sarà accompagnato da un disegno di legge delega. "Le norme del presente decreto - si legge nel testo dal titolo 'Misure urgenti per il rilancio dell'economia attraverso la ripresa delle attività imprenditoriali edilì - trovano applicazione su tutto il territorio nazionale sino all'emanazione di leggi regionali in materia di governo del territorio". Il cuore del provvedimento consente di aumentare la cubatura degli edifici stabilendo che "l'ampliamento non può essere superiore complessivamente al 20% del volume dell'unità se destinato a uso residenziale, o della superficie coperta se adibito a uso diverso. Le volumetrie e le superfici di riferimento sono calcolate rispettivamente sulle distinte tipologie edificabili e pertinenziali esistenti". Un limite massimo all'ampliamento delle abitazioni di 300 metri cubi per unità immobiliare. "In nessun caso - si legge nel testo - i nuovi volumi" potranno "eccedere complessivamente il limite di 300 metri cubi per unità immobiliare destinata ad uso residenziale". "Resta salva - si precisa nel decreto - la possibilità di avvalersi dell'asservimento dell'aumento volumetrico spettante ad altra unità immobiliare contigua; l'altezza della nuova fabbrica - conclude il comma 5 dell'articolo 2, relativo agli "interventi su singole unità immobiliarì - non può superare di oltre quattro metri l'altezza massima prevista dagli strumenti urbanistici vigenti". Un ampliamento ancora maggiore è previsto per i nuovi edifici: "In deroga agli strumenti urbanistici vigenti o adottati - si legge nella bozza del dl - sono consentiti interventi consistente nell'integrale demolizione e ricostruzione di edifici, con aumento fino al 35% del volume esistente per gli edifici residenziali o della superficie coperta per quelli adibiti ad uso diverso, a condizione che siano utilizzate tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabile o di risparmio delle risorse idriche e potabili". "Procederemo dopo aver incontrato le Regioni e ascoltato quello che loro avranno da dire". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, conversando con i giornalisti per le strade di Bruxelles al termine del Consiglio europeo. Il presidente del Consiglio precisa così i tempi per il varo del piano casa che sarà all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri venerdì 27 marzo. Il timore che il piano casa possa tradursi in una sorta di condono preventivo è stato ribadito dalla presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, che è responsabile per le Regioni delle politiche abitative. "Da una prima lettura del testo del decreto legge - ha detto la Lorenzetti - il nostro timore si conferma". "Oltre a non essere il decreto legge lo strumento giusto per affrontare una questione così importante - ha proseguito - ci pare che sia anche incostituzionale. Berlusconi dovrebbe saperlo perchè il suo precedente Governo fece la stessa cosa con il condono edilizio, approvato con decreto legge. Noi ricorremmo alla Corte costituzionale che ci diede ragione". "Come sistema delle Regioni abbiamo sempre dato prova di serietà e rigore. Vorremmo - ha aggiunto Maria Rita Lorenzetti - che altrettanto rigore e serietà venga riservato a noi da parte del Governo, visto che si sta mettendo mano a competenze regionali e anche comunali". "Siamo disponibili a discutere - ha concluso - ma non possiamo accettare la politica degli annunci mediatici piuttosto che la vera volontà del Governo di una leale collaborazione". Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, a Caserta ad un convegno su giovani e camorra parla anche del piano casa e in merito, dice: "Non riesco a capire perchè ancora una volta il governo invece di puntare al lavoro, alla manifattura, ai servizi, agli investimenti, alla ricerca, ai servizi sociali, deve sempre pensare ai patrimoni o alle rendite finanziarie". "Noi siamo pieni di patrimoni e di rendite finanziarie - ha aggiunto Epifani - ci manca l'investimento che costruisce il lavoro di domani, la ricerca di domani, l'università di domani. Noi abbiamo bisogno di crescere attraverso il lavoro e attraverso il reddito prodotto dal lavoro. È una strada che non guarda avanti" 20 marzo 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-03-20 Piano casa, pronto il decreto. Ecco tutte le novità 20 marzo 2009 Ampliare le nuove case di oltre un terzo del volume e ingrandire quelle esistenti del 20%: è pronto il decreto legge che ridisegna le regole dell'edilizia privata e che rappresenta uno dei pilastri del piano casa del Governo. Il testo, che dovrebbe essere varato dal prossimo Consiglio dei ministri, è formato da sette articoli e sarà sottoposto all'attenzione degli enti locali: la Conferenza Stato-Regioni è stata convocata per mercoledì a Palazzo Chigi ed è probabile che venga ampliata anche alle province e ai comuni, divenendo così una Conferenza unificata. In attesa dell'emanazione di leggi regionali, "le norme - recita comunque il primo articolo - trovano applicazione su tutto il territorio nazionale". Da Bruxelles, al termine del vertice Ue, il premier Silvio Berlusconi, dopo aver sottolineato la "richiesta incredibile" che c'è in Italia, ha detto che il piano ha riscosso interesse anche da parte degli altri paesi Ue: "Molti colleghi europei ci hanno chiesto il testo del decreto per l'ampliamento delle case e ci siamo impegnati a fornirlo entro lunedì". Tornando al decreto, ecco di seguito i suoi punti principali.
AMPLIAMENTO CASE E EDIFICI - Confermata la possibilità di ampliare fino a un massimo del 20% il volume delle abitazioni private. La percentuale si calcola sulla superficie coperta se si tratta di edifici adibiti a uso diverso. Il tetto sale al 35% nel caso in cui, in conseguenza di una demolizione, si proceda alla costruzione di un nuovo edificio, a condizione che siano utilizzate tecniche costruttive di bioedilizia o fonti di energia rinnovabili. Fissato anche il limite massimo per l'ampliamento: il tetto è di 300 metri cubi per unità immobiliare. Resta salva, però, la possibilità di usare "l'aumento volumetrico" che spetta a una abitazione vicina. SALTANO I PALETTI TEMPORALI - Non è specificata la necessità che gli immobili oggetto degli interventi di demolizione, ricostruzione e ampliamento debbano essere stati costruiti prima dell'89, così come invece era spiegato nelle linee guida. Nel testo viene invece specificato che la possibilità di ampliare abitazioni esistenti riguarda le unità immobiliari "ultimate alla data del 31 dicembre 2008 in forza di titolo abitativo anche in sanatoria". POSSIBILE CAMBIARE LA DESTINAZIONE D'USO - Gli interventi "possono anche consistere, in tutto o in parte, nel mutamento di destinazione d'uso, con o senza opere edilizie". Sono comunque effettuati nel rispetto della normativa relativa alla stabilità degli edifici e di ogni altra normativa tecnica". Se si tratta di una nuova fabbrica, poi, non si può superare "di oltre quattro metri l'altezza massima prevista dagli strumenti urbanistici vigenti". SCONTI FISCALI - Chi deciderà di ampliare la prima casa avrà uno sconto del 50% sul balzello che si deve ai Comuni per la costruzione. Il contributo si paga inoltre solo con riferimento "agli incrementi realizzati" e il taglio del 50% è previsto anche per "gli interventi che siano realizzati mediante la utilizzazione di tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabili". ADDIO AL PERMESSO, SUFFICIENTE LA DIA - Per i nuovi interventi basterà la denuncia di inizio attività e il via libera del progettista: "La sussistenza di tutte le condizioni previste dal presente decreto è asseverata sotto la propria responsabilità dal progettista abilitato che sottoscrive la denuncia di inizio attività".
RISPETTO DEL PAESAGGIO - Fuori dal raggio di intervento del decreto le aree inedificabili (parchi, aree naturali e archeologiche), gli immobili abusivi su cui grava una ordinanza di demolizione e gli immobili privati situati su area demaniale. Per tutte le aree non incluse nell'elenco, ma vincolate occorre il nulla osta delle autorità. Per quelli non soggetti ai vincoli, invece, i comuni entro trenta giorni dalla Dia possono imporre aggiustamenti tecnico-estetici. 20 marzo 2009 |
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